Ortodonzia tutti i mal di denti si porta via, ovvero come la visione del film Cast Away potrebbe migliorare la vita di noi poveracci dallo stipendio quantitativamente discutibile [parte 2]

 


In foto potete ammirare i classici pali in legno appuntiti che si possono piantare nell’orto per sostenere le piante di pomodoro durante la crescita oppure si possono utilizzare come scalpello per staccarsi i denti col supporto combinato di una grossa pietra da usare come martello.


Ecco a voi la seconda interessantissima parte del memorabile pezzo precedente: è meglio che leggiate prima quello se non lo avete fatto; non vorrei mai che foste colti da un senso di smarrimento per la mancata comprensione di concetti sviluppati in questa sede ma riconducibili alla prima parte.

Quando vidi “Cast Away” rimasi colpito ma nulla di speciale soprattutto se confrontato a “Boris”, una delle migliori serie TV mai prodotte sopra la crosta terrestre di questo pianeta (non ho alcun dato relativo alle produzione cinematografica sotto la crosta terrestre). Per gli sciagurati che non l’hanno vista, in “Boris” si narrano le mirabolanti vicende del regista Renè Ferretti costretto per lavoro a girare prodotti televisivi scadenti. Forse qualcuno dei milioni di lettori si starà chiedendo: ma perché questo stolto tuttologo sta paragonando “Cast Away” a “Boris”? Risposta: è la tuttologia baby e tu non puoi farci nulla! Comunque in entrambi i casi i protagonisti cercano di sopravvivere come meglio possono, anche se non so chi sia messo peggio:

- possiamo affermare con certezza che un’isola sperduta nell’oceano sia un ambiente più ostile del set cinematografico della fiction “Gli Occhi Del Cuore” di cui è regista Renè Ferretti?

- Possiamo stabilire in modo oggettivo che solcare i mari su una zattera improvvisata per sfuggire al proprio destino sia più periglioso che rischiare giornalmente di affogare irreversibilmente nella propria solitudine di regista di fiction nell’Italia odierna in mezzo a tanti squali per di più vivendo nella consapevolezza che ti vogliono appioppare la regia della fiction “Machiavelli” ovvero eliminarti dal punto di vista professionale?

Il regista Zemeckis all’inizio del film ci rende partecipi della normalissima vita del protagonista interpretato dall’attore americano Tommaso Matasse (nome italianizzato) e quasi ci si annoia. A ciò si contrappone la parte successiva della pellicola. Praticamente di colpo lo sfortunato manager si ritrova indifeso in un’isola sperduta con risorse limitate, un mal di denti in netto peggioramento e soprattutto senza alcun supporto esterno: beati i concorrenti dei quiz televisivi che possono chiamare casa per un aiutino! La prima volta che vidi il film mi sentii sufficientemente coinvolto dalla vicende dello sciagurato mentre la seconda volta che l’ho... ah no scusate, non c’è mai stata una seconda visione per cui vi dovrete accontentare in questa sede dei miei vaghi ricordi. Vi assicuro che durante l’unica proiezione a cui assistetti:

- attento fui (non è vero),

- molti appunti segnai (macché),

- qualche dritta fondamentale per l’igiene orale appresi (ceeerto, sicuramente).

Non ho ancora avuto l’occasione di curarmi il mal di denti come tenta il protagonista ma prima o poi proverò. Quel che mi è chiaro è che prima di estrarre un canino con i pattini da ghiaccio, come suggerito nel film, sarà meglio ingerire parecchio alcol come anestetizzante. Certamente potrebbe apparirmi il fantasma di chuck-scritto-in-minuscolo accusandomi di essere una mammoletta visto che lui durante la sua permanenza forzata nell’isola non aveva alcun anestetizzante. Ammetto di essere un fifone ma perché soffrire gratuitamente se non ho obblighi contrattuali cinematografici come Tom Hanks?

Inoltre nelle mie giornate da straccione sdentato, al posto di Wilson, (il pallone da volley, unico compagno di avventura dello sventurato protagonista con cui a un certo punto inizia a parlare per non impazzire), mi accompagnerà Tango, il pallone da calcio (versione economica non in cuoio) che i ragazzini come il sottoscritto usavano negli anni ‘80. Ancora loro! I fottuti e maledetti anni ‘80 del secolo scorso: altro che la guerra del Vietnam! Onestamente non so chi sia l’ingegnere di flussi supersonici galattici che ha concepito il Tango ma la versione in gomma, se ben ricordo, tendeva a “volare” un po’ troppo quando lo si calciava energicamente manco si fosse bravi come Shingo Tamai; per chi non lo sapesse, Shingo Tamai è il protagonista del cartone animato made in Japan “Arrivano i Superboys” anime degli anni ‘70 dedicato al soccer, probabilmente ambientato in un Universo Parallelo visto che il Giappone alla fine si scontra col Brasile per la super vittoria finale del non-mi-ricordo-assolutamente-cosa-accidenti-ci-fosse-in-palio! Chissà perché ma gli assi sportivi dei cartoni animati giapponesi di una volta sono sempre dei giapponesi talentuosi che finiscono per primeggiare a livello mondiale (vedi anche Takaya Todoroki protagonista di “Gran Prix e il Campionissimo”).

Comunque, in quanto a super lievitazione nella troposfera, insuperabile era il pallone Super Tele ancora più leggero del Tango. Questi palloni mi fanno riaffiorare alla mente ricordi del passato, un passato ormai lontano segnato dal Muro di Berlino e dal blocco sovietico al quale contrapponevamo (noi fieri ma inconsapevoli piccoli difensori del Capitalismo) il Mulino Bianco, il Mago G(albusera) che girava con i pattini a rotelle, le figurine della Panini e le buonissime cicche Big Babol. Con le nostre innocenti azioni alimentavamo quel sistema (il Capitalismo) che ha vinto (si fa per dire) semplicemente per abbandono dell’avversario (il Comunismo), non per meriti propri. Il Comunismo ha fallito perché non si può applicare agli egoisti esseri umani non c’è dubbio. Ci si può permettere di affermare in siffatta sede che gli Homo Sapiens alle dottrine marxiste hanno preferito adottare in quest’ultimo periodo varie forme drogate di Capitalismo come degne compagne verso il suicidio collettivo finale? Il tuttologo che è in me non ha risposte valide a tal proposito, però vi può assicurare sin da ora che se qualcuno avesse bisogno di un check up dentistico non ha che da chiederglielo, al tuttologo che è in me intendo.

Visto che ho a cuore il destino di tutti gli esseri umani (ceeeeeerto!) quando verrò incoronato imperatore della galassia (ho mandato il cv alle persone giuste, sto aspettando risposta in tempi brevi ma resto fiducioso) si diceva, quando conquisterò il potere in questo puzzolentissimo pianeta supervisionerò personalmente un programma innovativo di telecomunicazioni che porti a posizionare una cabina del telefono della SIP in ogni isola sperduta della Terra così, nel caso qualche malcapitato si dovesse trovare nelle condizioni affrontate da chuck-scritto-in-minuscolo, non dovrà fare altro che tirare fuori dal proprio borsellino i gettoni del telefono di una volta e chiamare la Cavalleria. Quindi non liberatevi dei gettoni, mi raccomando.

Qualche lettore si starà chiedendo se sia il caso di vedere “Cast Away”. Tutto sommato se proprio non avete nulla da fare potete anche vedervelo, non è comunque il miglior film della coppia Zemeckis/Hanks (il titolo “Forrest Gump” vi dice qualcosa?). Se proprio volete occupare parte del vostro tempo terreno con la visione di un “Cast Away” allora vi suggerisco “Cast Away On The Moon” un’originalissima storia d’amore ambientata nella Corea capitalista. Ormai Sud Corea e Giapponia ci hanno surclassato pure nel cinema e nelle colonne sonore; vero è che nessun regista di quelle terre ha mai prodotto perle come la fiction “Caprera” di Renè Ferretti.

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