LA REGINA DEGLI SCACCHI - PARTE 2



 LA REGINA DEGLI SCACCHI

qualcuno mi sa dire a che servono i pedoni?

Riprendiamo le fila del discorso. Dove eravamo rimasti? Qualcuno di voi si ricorda? A si certo, perfetto, un grazie all'elegantone in ultima fila...

   La vita della Regina degli scacchi, la nostra bella e brava Beth Harmon, prosegue via via sempre in crescendo. Mentre colleziona umilianti sconfitte contro il glaciale Vasily la protagonista trova per fortuna anche il tempo di far maturare le sue due grandi passioni. Gli scacchi e la dipendenza dalle sostanze psicotrope. Genio e sregolatezza insomma. L'eterna dicotomia.

   Incominciamo con la prima e più importante di queste passioni. Gli scacchi. Come abbiamo visto la Regina ha qualche difficoltà ad abbattere il Re russo della scacchiera ma si mangia uno dopo l'altro sia gli Alfieri che i Cavalli che affronta nei vari tornei targati USA. Dopo ogni vittoria Beth impara qualcosa di più sulle tecniche di gioco e ben presto instaura una fruttuosa collaborazione con i suoi ex avversari a stelle e strisce, fattore decisivo per il proseguo della sua carriera. In questo senso l'aiuto più importante le arriva dall'ex campione statunitense di scacchi Benny Watts ( Thomas Brodie) che la porta a New York e la costringe ad una full immersion negli scacchi allontanandola temporaneamente dai suoi vizi, psicofarmaci e alcol in primis.

  Giunti a questo punto il genio lo accantoniamo per qualche minuto e passiamo invece alla sregolatezza. Non trascorre molto tempo che Beth torna a ributtarsi tra le braccia delle sue vecchie perversioni, pillole e alcol. I demoni che l'accompagnano fin da quando era bambina si rifanno vivi e si riacutizzano con l'avvicinarsi della trasferta di Mosca (non stiamo parlando di Champions League, sia chiaro). La ragazza sembra in procinto di toccare il fondo quando poche, brevi, sincere, parole da parte di Harry Beltik, (ex-amante, ex-scacchista ed ex-denti storti) la fanno ritornare in sé. Decisivo è anche il supporto di Jolene, la sua vecchia amica dell'orfanotrofio che l'aiuta a risollevarsi. Purtroppo le comunica anche che il custode dell'istituto, il suo vecchio insegnante di scacchi, è deceduto.

   E' chiaro che il signor Shaibel è stato molto di più per Beth che un semplice insegnate. In tutta la sua vita è la figura maschile che più si è avvicinata a quella di un padre. Lui non le ha mai dimostrato alcuna forma di affetto eppure traspare una forte empatia tra i due. Il vecchio è orgoglioso dei brillanti successi della ragazzina nel gioco degli scacchi e lei lo ricorderà per sempre come il suo primo e più caro maestro.

   La trasferta di Mosca è sempre difficile, soprattutto d'inverno, il terreno è spesso gelato e il rischio di infortunarsi è sempre in agguato...ed ora le formazioni ufficiali, in porta...

   Il torneo mondiale degli scacchi di Mosca è l'evento più atteso tra gli appassionati di questo gioco. Ma nella seconda metà degli anni 60, in piena guerra fredda, è anche un'occasione di confronto tra due superpotenze, l'URSS e gli USA. Beth Harmon, quale campionessa statunitense è ammessa di diritto al torneo. Dall'altra parte della barricata, a comandare una truppa di ben quattro maestri russi, c'è niente poco di meno che Vasily Borgov. Chi altri ci potrebbe essere? L'imbattuto campione russo.

   Per proteggerla dai pericoli del comunismo e dai cereali ricchi di fibra la CIA le affianca uno dei suoi agenti, il quale del tutto inaspettatamente, durante il viaggio, le chiede di riferirgli qualsiasi contatto o segnale Borgov cerchi di farle pervenire. Alla domanda quale potrebbe essere questo segnale? La risposta è “Potrebbe essere qualunque cosa. Ma io non gioco a scacchi”.

Nemmeno io gioco a scacchi, però ho visto un sacco di film di spionaggio. Da quel momento in poi la mia mente si è aperta per tentare di individuare questi benedetti segnali. Evidentemente la CIA ha avuto sentore che Borgov ha intenzione di espatriare. Più avanti vi parlerò e motiverò le mie considerazioni in proposito.

   Non c'è nemmeno da dirlo. Beth la nostra eroina annienta in terra moscovita un avversario dopo l'altro raccogliendo sempre più stima e fan tra gli appassionati di questo legnoso gioco di intelligenza. Riesce a battere pure un'icona degli scacchi, un Einstein russo, che al termine della partita le fa pure inchino e complimenti. Ma tutto ciò sembra inutile senza la vittoria finale. Davanti a Beth Harmon si profila di nuovo l'ombra della sua nemesi, quel Vasily Borgov che praticamente ha un circuito stampato al posto del cervello, due schede di memoria ram da 1000 giga invece delle ghiandole salivari e una presa usb...beh, dove si trova quella ve lo lascio solo immaginare.

   In questo post vi avevo promesso di parlarvi del succoso finale. Mi dispiace, ma ho mentito. Ne discuteremo invece nel prossimo. Mi raccomando, non mancate!


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