LA REGINA DEGLI SCACCHI - SCACCO AL RE!

 

La regina degli scacchi 

Scacco al Re!

Può contenere tracce di spoiler, ma niente olio di palma. Lo giuro!

    La Regina degli scacchi è l'ennesimo scacco matto di casa Netflix nel mondo sempre più affollato da pedoni delle serie TV. Concepita inizialmente come miniserie di 7 episodi (tratta dall'omonimo romanzo di Walter Tevis) la Regina ha inaspettatamente guadagnato il Trono del successo, soddisfacendo pienamente sia la critica che il pubblico. Evento quanto mai raro nel mondo dello spettacolo.

    Una nota doverosa. La giovane attrice che interpreta Beth Harmon è la modella anglo-argentina Anya Taylor-Joy. Una bellezza oggettiva, anche se fuori dagli standard e cliché più comuni. Con quegli occhi grandi ed indagatori che sembrano riuscire a carpirti nella mente la tua prossima mossa, fosse anche solo quella di soffiarti il naso con il fazzoletto. Senz'altro sentiremo di nuovo parlare di lei dopo la brillante prova come Regina degli scacchi. Un'interpretazione da protagonista assoluta. Nessuno degli attori che la circondano riesce mai ad oscurarla. Lei svetta sempre una spanna su tutti. Aggiungo un ulteriore appunto. Delude invece a mio avviso Thomas Brodie, nel ruolo di un segaligno Indiana Jones degli scacchi. Pur venendo da una carriera lunga il doppio della Taylor non riesce quasi mai ad incidere risultando spesso goffo e fuori posto. Colpa degli sceneggiatori? Forse. A voi l'ardua sentenza. Per completezza annotiamo una impeccabile regia da parte del poco sfruttato Scott Frank ed una colonna sonora che ha il pregio di non farsi notare e di accompagnare ogni momento della storia con i toni giusti. Opera di Carlos Rafael Rivera.

Ma parliamo della serie, mini solo nel nome o per brevità narrativa.

Kentucky, Nord America, anni 60. In piena guerra fredda.

    Questa è' la storia, tutta al femminile, di una ragazzina prodigio, rimasta prematuramente orfana di madre. Portata in uno scialbo e incolore orfanotrofio si appassiona e resta ben presto dipendente da due cose principalmente. Gli scacchi e gli psicofarmaci. Mentre le pillole di tranquillanti le vengono fornite dalla ligia direzione dell'istituto la passione per gli scacchi nasce invece in modo più casuale. Osservando l'anziano custode dell'orfanotrofio giocare nello scantinato la ragazzina si incuriosisce e alla fine riesce a convincere il taciturno operaio ad insegnarle le regole. Il talento innato della fanciulla fa il resto.

    C'è qualcosa al mondo di più noioso degli scacchi? Non credo. Almeno questo è il mio giudizio personale. Eppure la serie gira e gira fin da subito a meraviglia. A mio avviso quello che intriga di più lo spettatore è la storia “alla cenerentola” della protagonista che partendo dal nulla e utilizzando solo la propria intelligenza e il talento riesce a mettere in “scacco” un mondo scacchistico fatto tutto al maschile. Una rivincita al femminile in una America dove la donna è ancora relegata in posti di second'ordine. Il mito americano del self made man, anche se in questo caso si parla più precisamente di una self made woman, fa da contraltare a tutta la narrazione.

    Beth vince uno dopo l'altro tutti i tornei di scacchi in cui si presenta. Il successo le arride, guadagna sia denaro che notorietà. Ma come le aveva confessato tempo prima il suo vecchio maestro, in un oscuro scantinato, ci sono due lati della medaglia, da un lato c'è il talento, dall'altro il prezzo da pagare. E il prezzo che la fanciulla paga sempre più spesso è in sregolatezze, psicofarmaci, droghe e alcol a volontà. Per fortuna le restano sempre gli scacchi. La rassicurante scacchiera con le sue 64 case e le sue regole fisse e immutabili nel tempo.

Ma proseguiamo, senza intristirci troppo. O almeno ci proviamo.

    Come dicevamo siamo in piena guerra fredda. E chi meglio dei brutti e cattivi comunisti sovietici conosce il gioco degli scacchi? Il confronto tra Beth e uno dei migliori scacchisti del mondo, il russo Vasily Borgov, non tarda a venire. Siamo a Città del Messico, una giovanissima signorina Harmon fa un gran pasticcio con la difesa siciliana (che sfortunatamente per lei e per noi, non è un dolce a base di ricotta né una disfida all'ultimo sangue con coppola e lupara) e viene sconfitta senza sé e senza ma.

    La seconda sfida con il russo finisce peggio dell'incontro tra Apollo Creed e Ivan Drago. Siamo questa volta a Parigi. Nonostante i buoni propositi la Harmon si fa traviare la notte prima della grande finale da una modella parigina, si ubriaca a morte e poi se la porta a letto. Il mattino dopo si presenta in ritardo alla partita, più ubriaca di un dromedario, e naturalmente, come è giusto che sia, perde! Di nuovo. Contro l'AL9000 umano degli scacchi il V. puntato Borgov.

    A proposito di modelle parigine. Ma solo a me la fanciulla puzzava di spia del CGB? Caso strano telefona alla campionessa di scacchi statunitense proprio la sera prima della finale, la travia, la fa ubriacare e le rovina la partita? E' solo colpa di Beth e dei suoi vizi o c'è dietro qualcosa di più sottile? Purtroppo la serie non lo spiega e prosegue come se nulla fosse.

SCUSATE LO SFOGO

    Ma diavolo! Una modella parigina amica di due nerd degli scacchi americani? Troppo irrealistico non trovate. Se voi foste il Grande Capo del CGB quale tipo di spia scegliereste per carpire informazioni ad uno scacchista sfigato? Una modella forse? Beh, c'avete indovinato. E' la stessa cosa che ho pensato io. Nella seconda parte di questa disanima amplierò lo spettro spionistico del finale di tutta questa intricata vicenda. Datemi pure del visionario fin da ora. 

    Ma come direbbe un bravo scacchista adesso “Aggiorno” e me ne vado a letto. E spero vivamente di non sognare quei dannatissimi pezzi degli scacchi. Vi aspetto a breve per raccontarvi la seconda parte! Compreso il succoso finale!



Commenti

  1. Post condivisibile al 100%. Serie interessante. La protagonista Beth Harmon, classico genio e sregolatezza, si comporta a volte da Regina degli Scazzi. La proiezione della scacchiera visualizzata dalla ragazza sul soffitto è una trovata molto gradevole. Consiglio il film "la grande partita" (Fisher VS Spassky). Ora mi aspetto lo sdoganamento definitivo della briscola da parte di Netflix. Chissà, magari nella seconda stagione (sempre che ci sia visto che l'arco narrativo pare completo col finale della 1a stagone) Beth si ritroverà in qualche balera italiana a sbraitare contro gli avversari di carte oppure alla Festa dell'Unità in Romagna a giocare contro Borgov tra una piadina e un giro di liscio.

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