OAK ISLAND E IL TESORO MALEDETTO
Chi non ha mai sognato in vita sua di andare alla ricerca di un favoloso tesoro nascosto? Magari con l'ausilio di una vecchia mappa vergata dai pirati, con scarabocchiata sopra una fiammeggiante X rossa, che indicasse il punto preciso in cui scavare? Ebbene. Se questo è sempre stato il vostro sogno sono sicuro che amerete fin dal principio OAK ISLAND E IL TESORO MALEDETTO, la serie TV battezzata da History Channel (www.historychannel.it) e che fino ad oggi ha collezionato ben 8 stagioni. Ma veniamo a noi.
Come molti di voi potranno immaginare il vero problema dei tesori nascosti è che di solito sono...ebbene...nascosti...alcuni nascosti meravigliosamente bene così da risultare quasi introvabili. Non è però questo il nostro caso. Esiste infatti sulla costa Atlantica del Canada un'isoletta chiamata Oak Island, sulla quale per più di 200 anni gli uomini si sono affannati nel tentativo di recuperare un tesoro sepolto in un pozzo irto di trabocchetti! L'ubicazione di questo tesoro è noto da parecchio tempo ma mai nessuno è riuscito a recuperarlo dal pozzo maledetto!
La storia ebbe inizio nel 1795 quando tre ragazzi Smith, Vaughan e Mac Ginnis, dopo aver scorto nella notte dei fuochi sull'isola, decisero di prendere la loro barca e andare a dare un'occhiata. Gli abitanti del posto avevano cercato di dissuaderli da quell'avventura, asserivano infatti che Oak Island fosse una terra maledetta. Tempo fa, alcuni curiosi che erano andati ad esplorare l'isola, dicevano, non vi avevano più fatto ritorno.
Ma era il 1795 e i racconti sulle navi pirata e i tesori nascosti facevano allora parte più della storia di tutti i giorni che non del folklore Hollywoodiano odierno. Per cui i nostri tre giovani decisero di rischiare. Immaginate il loro stupore quando si trovarono di fronte, accanto ad una vecchia quercia, a un avvallamento circolare nel terreno. Un robusto ramo penzolante sopra alla depressione portava i segni di usura di una corda. Certamente utilizzata per calarvi dentro un pesante forziere, immaginarono subito i tre giovinastri. Per cui si misero a scavare di buona lena.
Dopo 3 metri trovarono una piattaforma fatta di tronchi di quercia. Quindi il tesoro esisteva davvero! Pensarono i ragazzi. Esaltati dalla scoperta scavarono ancora. Dopo 6 metri trovarono una nuova piattaforma sempre composta di assi di quercia. A 9 metri ne incontrarono un'altra! Un vero enigma. Le scarse risorse a disposizione dei tre giovani e la cattiva stagione interruppero ben presto le operazioni di scavo.
Circa dieci anni più tardi, Smith, uno dei tre scopritori del pozzo, accompagnato da un socio finanziatore, il dottor Lynds, e da una squadra di operai, ritornò sull'isola deciso a far luce su quel mistero. Ogni tre metri gli scavi fecero emergere la consueta parete fatta di tronchi di quercia, spesso sigillata con argilla rossa, materiale per calatafare le navi e fibra di cocco (pianta che notoriamente non cresce nei climi freddi tipici del Canada). I nostri eroi non si diedero per vinti e continuarono ad indagare. A 27 metri di profondità trovarono una lastra di pietra con su incisi strani simboli (vennero tradotti solo nel 1929 da un professore di crittografia dell'Università di Halifax che li interpretò in questo modo “Sotto questa pietra sono sepolti due milioni di sterline”).
Gli scavi proseguirono. Oltre i 30 metri il pozzo si riempì però improvvisamente di acqua di mare. Cos'era successo? L'acqua non aveva sommerso lo scavo per puro caso. I costruttori originari di quell'opera si erano ingegnati infatti nel predisporre ben due tunnel trappola al fine di allagare il pozzo e rendere il recupero del tesoro praticamente impossibile. Questi tunnel attingevano acqua di mare da due direzioni diverse rendendo vani tutti i successivi tentativi di drenaggio del pozzo.
Nel 1849 Lynds si cimentò di nuovo nell'impresa. Questa volta con l'aiuto di una trivellatrice. A 35 metri di profondità la trivella perforò dei barili o dei bauli di legno portando alla luce dei frammenti di una catena d'oro. Avevano finalmente raggiunto il tesoro! Ma come recuperarlo? Con le tecnologie disponibili all'epoca era praticamente impossibile. Dopo gli infruttuosi tentativi di Lynds molti altri si cimentarono nell'impresa. Tra cui il futuro presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosvelt nel 1909. Ma tutti quanti fallirono.
Nel 1971 un gruppo di ingegneri calò perfino una telecamera in uno dei pozzi e all'incredibile profondità di 70 metri intravidero un piccone, alcune casse di legno e perfino dei resti umani.
Che dire? Poco o nulla di valore è stato estratto dal pozzo del tesoro eppure gli uomini per più di due secoli hanno investito tempo, fatiche e denaro per fare luce sulla cappa di mistero che permea tutta quanta l'isola. Parecchi studiosi e teorici sono tuttora scettici sulla reale presenza di un tesoro su Oak Island. Eppure una domanda aleggia come la fredda nebbia dell'Atlantico su tutta quanta la vicenda. Perchè qualcuno si sarebbe preso la briga di costruire un pozzo così profondo e difeso da opere idrauliche così complesse, su una piccola isola disabitata per giunta, se non per nascondere qualcosa di tremendamente prezioso?
I fratelli Rick e Marthy Lagina nel 2010 hanno raccolto il testimone lasciato dagli innumerevoli cercatori di tesori che si sono succeduti in tutti questi anni, ben decisi a venire a capo degli enigmi di Oak Island. I loro tentativi sono documentati dalla serie tv, di cui vogliamo continuare a parlarvi, nei prossimi post, sempre se ce lo permetterete.
Ah! Dimenticavo. Giusto per non farci mancare nulla. Vi volevo ricordare che il pozzo è difeso da una maledizione! Sei uomini hanno già perso la vita nell'inutile ricerca del tesoro e la leggenda dice che ne debba morire un settimo prima che il mistero venga svelato. Che dire...qualche volontario? 😈😁😀



Interessante, è una serie che sinceramente mi era sfuggita, le premesse sono sfiziose, ci darò senz'altro un'occhiata più approfondita.
RispondiEliminaIo avrei dei volontari forzati a cui , ovviamente, offrire il biglietto di sola andata per Oak island. Scherzi a parte complimenti per i cenni storici che hanno acceso ancora di più la mia curiosità verso questa serie. E poi chi di noi non mai sognato di portare alla luce un tesoro nascosto.
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